Non tutti sono arrabbiati per la decisione di abrogare il decreto crescita, l'agente Federico Pastorello insiste che è “ingiusto nei confronti dei giocatori italiani o di quelli già in Italia”.
Il Decreto Crescita era un incentivo finanziario che permetteva ai club di risparmiare il 50% sulle tasse sugli stipendi per i giocatori che provengono dall'estero, quindi uno stipendio totale di 2 milioni di euro costerebbe loro invece 1,5 milioni di euro.
Si prevedeva una proroga fino alla fine di febbraio, ma l'Agenzia di stampa italiana ha riferito oggi che il Consiglio dei ministri ha deciso, dopo una “accesa discussione” di far scadere lo stimolo finanziario il 31 dicembre.
Mentre i club lo considerano un disastro, l'Associazione Calciatori e l'Associazione Agenti di Calcio in Italia sono favorevoli all'abbandono.
“Noi dell'AIACS abbiamo sempre cercato di contrastare questo decreto per come è stato redatto – ha detto a Sky Sport Italia l'agente Pastorello -.
“Per noi questo era ingiusto nei confronti dei giocatori italiani o già presenti in Italia. C'era una disparità di trattamento così evidente e così grande che la scelta dei giocatori divenne una scelta economica piuttosto che una scelta di abilità.
“A volte vedevamo arrivare in Italia giocatori che non lo meritavano più di quelli che già c'erano. Il rischio era concreto che il patrimonio del calcio italiano andasse disperso, perché grazie a questo decreto l'influenza straniera giocatori era molto meno forte sul conto salari.
“Abbiamo però proposto un livello salariale al di sotto del quale il decreto non può essere utilizzato. Ciò avrebbe potuto cambiare la situazione e costituire una svolta, ma sembra che invece l'intero decreto verrà lasciato scadere.
Alla domanda se ciò influenzerebbe la strategia di trasferimento dei club italiani, nonché la loro capacità di competere con i campionati più ricchi, Pastorello ha ammesso che sarebbe un problema.
“La risposta è sì. Alcuni giocatori sono potuti venire in Italia solo grazie al Decreto Crescita, e talvolta i club italiani hanno potuto offrire condizioni economiche migliori per i club di Premier League. Senza questi incentivi non avrebbero la stessa capacità negoziale energia.
“Tuttavia, vale anche la pena notare che ora possiamo coltivare molti talenti italiani che hanno sofferto la presenza di così tanti stranieri nel nostro campionato. Potrebbe essere un momento difficile iniziale in cui i migliori giocatori hanno meno probabilità di venire in Italia, ma gli italiani i giovani avranno maggiori possibilità di giocare nel proprio campionato, quindi a lungo termine può essere una strategia vincente.
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