Sono molte le voci che puntano alla possibilità che Novak Djokovic stia valutando la possibilità di posticipare la sua stagione senza un solo campionato, ma ora è più probabile che il serbo abbia rinunciato a gareggiare a Indian Wells con l’obiettivo di raggiungere fisicamente e mentalmente. Si è riposato sull’European Indoor Track Tour, con l’ATP Masters 1000 Paris-Bercy 2021 come prima tappa, puntando al numero uno del mondo e lottando per i titoli a Parigi e Torino, la nuova casa per le Nitto ATP Finals 2021.
Inoltre, sembra che potrebbe fare del suo meglio per giocare le finali di Coppa Davis 2021. Indipendentemente dal fatto che il serbo decida finalmente di giocare a Parigi o meno, ciò che è chiaro è che il campionato francese è registrato con lei, come il resto i membri del circuito ATP.
Le già note assenze di Nadal, Federer, Thiem o Goffin non annebbiano un evento in cui saranno in gioco tante cose, la più importante delle quali è la battaglia per raggiungere il Masters, in cui sono attesi tanti tennisti. incluso.
Bertolucci su Big 3
Il dibattito sui “Tre Grandi” è la versione tennistica della questione della gallina o dell’uovo. Ognuno ha la propria opinione e il dibattito andrà avanti all’infinito su chi sia il miglior Novak Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer nel tennis maschile.
Parlando del dominio di Djokovic negli ultimi anni allo Slam, l’ex vincitore della Coppa Davis italiana e giocatore Paolo Bertolucci ha salutato il serbo come il più forte dei tre grandi. “Djokovic nel 2013 e nell’ultimo anno e mezzo è il giocatore più forte di sempre.
Lui e Nadal riescono a mantenere un ritmo mentale e competitivo che io non avrei neanche per cinque minuti. Ma come lo fanno? “Li invidio e li ammiro”, ha detto Bertolucci. “Federer è il tennis, siamo tutti tifosi di Federer”, ha detto l’italiano.
Bertolucci ha anche elogiato tutti loro per la loro modestia nonostante siano i più grandi giocatori di sempre nel singolare maschile. “Conoscono il passato del loro sport e lo rispettano. Li incontri a cena, se li incroci vengono ad accoglierti, sanno chi sei, cosa hai fatto e ti parlano. È un segno di educazione , ma anche segno di cultura storica e di umiltà”, ha concluso Paolo Bertolucci.
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