Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, ha detto ai giornalisti in una conferenza stampa venerdì (10 febbraio) dopo la conclusione dei lavori del Consiglio europeo che la redistribuzione dei migranti in tutta Europa “non è mai stata una mia priorità”.
In materia di migrazione, i leader dell’UE hanno convenuto di intensificare gli sforzi nel campo del rimpatrio, della lotta alla migrazione irregolare, della protezione delle frontiere dell’UE e dell’intermediazione di accordi con i paesi terzi.
“redistribuzione [of migrants] Non è mai stata la mia priorità […] Il presidente del Consiglio italiano ha affermato che concentrarsi sul tema della redistribuzione piuttosto che sulla dimensione esterna ha un’efficacia limitata.
Secondo Meloni, “la ridistribuzione non ha mai funzionato davvero”. Ha fatto riferimento all’accordo raggiunto nel giugno 2022 da 21 Stati membri dell’Unione europea, dove Meccanismo volontario di solidarietà fu fondato.
“In Italia, meno di 200 degli 8.000 migranti sono stati ricollocati in 8 mesi”, ha detto Meloni.
Meloni ha definito vincenti le conclusioni del vertice sulla migrazione, affermando che per la prima volta il blocco ha accettato di affrontare la sfida “a livello di Unione Europea”, sottolineando l’importanza delle “partnership con l’Africa” e “la specificità dei confini marittimi”.
Questi problemi sono stati discussi in vertici precedenti come Consiglio europeo di giugno 2018in cui è stato anche richiesto un approccio comune dell’UE.
“Il Consiglio europeo ribadisce che una politica dell’UE ben funzionante richiede un approccio globale alla migrazione che combini un controllo più efficace delle frontiere esterne dell’UE, un’azione esterna rafforzata e una dimensione interna, in linea con i nostri principi e valori”, afferma il documento .
Tuttavia, le parole “reinsediamento” e “solidarietà”, che sono incluse nelle conclusioni del 2018, non sono nel documento approvato giovedì sera (9 febbraio).
Questa volta, l’attenzione si concentra sul reinsediamento dei migranti non nell’UE ma dall’UE verso paesi terzi, con i quali i leader dell’UE mirano a concludere sempre più accordi.
Italia e Nord Africa
A gennaio il governo Meloni ha avviato una serie di viaggi in Nord Africa, principalmente in Algeria, Libia ed Egitto, per stilare una serie di accordi sull’immigrazione.
Alla fine del mese scorso, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha cementato le relazioni con la Libia con un accordo che prevedeva che Roma avrebbe dato a Tripoli barche finanziate dall’UE per riportare i migranti in Libia.
Gli accordi italo-libici sono stati recentemente oggetto di pesanti critiche da parte dell’Alto Commissario del Consiglio d’Europa Dunya Mijatovićche ha avvertito che ciò porterebbe a una sistematica violazione dei diritti umani.
In particolare condannato “Memorandum d’intesa con il governo di accordo nazionale libico che “svolge un ruolo centrale nel facilitare l’intercettazione in mare di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, e il loro successivo rientro in Libia”.
Ha chiesto la sospensione del memorandum a causa di “una grande quantità di prove che documentano le gravi violazioni dei diritti umani subite da rifugiati, richiedenti asilo e migranti in Libia”.
[Edited by Benjamin Fox]
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