Franca Valerie, un’attrice elegante, sarcastica e versatile che ha aperto la strada a ruoli comici femminili negli anni del dopoguerra in Italia e ha aiutato la nazione a ridere delle sue debolezze, è morta all’età di 100 anni.
Il quotidiano Corriere della Sera ha citato la figlia, Stefania Bonvadelli, la cantante lirica, che ha detto che Valerie è morta nel sonno a casa di Roma domenica, nove giorni dopo il suo centesimo compleanno.
Il consiglio comunale di Roma ha annunciato che Valerie, che è nata a Milano ma è rumena adottiva, lunedì sarà premiata con cautela in un teatro della capitale italiana.
Gli italiani l’hanno amata, soprattutto per i suoi ruoli negli anni ’50 e ’70, prima alla radio, poi in televisione e al cinema, e recentemente Valerie è stata arrostita da molte celebrità e in interviste mentre si avvicina il suo centesimo compleanno.
Il presidente Sergio Mattarella ha inviato un messaggio di cordoglio in cui ha elogiato Valerie, descrivendola come “un’attrice versatile e popolare che rimarrà nel cuore degli italiani per il suo grande talento e la sua eccezionale capacità di ammirare”.
Valerie era una traduttrice di fumetti intelligente e sofisticata della società italiana del dopoguerra, spesso scrivendo copioni o monologhi per le sue esibizioni, soprattutto sul palco.
I ruoli distintivi includevano scene comiche in cui è apparsa da sola, con in mano un telefono reale o immaginario, incluso il ruolo di “Signorina Snob”, un ruolo che ha preso le sue radici borghesi a Milano. Un altro popolare personaggio dei fumetti che ha creato ha preso in giro le banalità romane della classe media.
Dopo decenni in cui i ruoli comici in Italia erano quasi l’ambito esclusivo degli uomini, Valerie ha mantenuto i suoi ruoli al fianco di comici maschili di alto livello, recitando contro Totò e Alberto Sorde. Dei sei film che ha realizzato con Sorde, probabilmente il suo ruolo più popolare è arrivato in “Il Vedovo” (La vedova), un film di successo del 1959 diretto da Dino Rizzi, il professore comico italiano.
Spesso sarcastica una volta, Valerie ha scritto la sceneggiatura di un film in cui ha suggerito di interpretare ruoli di sorella con Sophia Loren e ha inviato il suggerimento a Carlo Ponti, il produttore che era il marito di Lauren.
La televisione di stato italiana ha notato che Ponti ha risposto che Valerie emaciata e bassa non poteva essere accoppiata come sorella con statue voluttuose di Lorena, ma gli piaceva la sceneggiatura e suggerì che le due donne interpretassero le cugine, cosa che alla fine fecero.
In Il Segno di Venere, Lorena è cugina di Napoli e Valerie è cugina di Milano. “Insieme, erano l’Italia”, ha scritto il Corriere della Sera a proposito del film.
Valerie ha lavorato con molti dei principali registi italiani, tra cui Federico Fellini e Mario Monicelli.
La televisione di stato italiana ha detto che è nata il 31 luglio 1920 a Milano come Alma Franca Maria Norsa, e in seguito ha adottato un nome d’arte, in parte perché suo padre si è risentito per diventare un comico.
Valerie era un’adolescente quando le leggi antiebraiche di Benito Mussolini furono emanate nel 1938. Suo padre, un ebreo, fuggì con il fratello in Svizzera per sfuggire a quella che in seguito sarebbe stata, sotto l’occupazione tedesca, la deportazione nei campi di sterminio di molti membri. d’Italia. Piccola comunità ebraica.
Sua madre ha acquistato un documento contraffatto che dichiarava falsamente che Valerie era la figlia illegittima di un uomo italiano non ebreo, secondo l’agenzia di stampa italiana ANSA.
“Papà era un ebreo”. Il Corriere della Sera, citando Valerie, ha detto in un’intervista quando ha letto sul giornale la notizia delle leggi sul razzismo ha pianto. Il giornale ha citato la sua passione dicendo: “È stato il momento più brutto della mia vita, ”Soprattutto perché a Valerie non è stato permesso, durante la campagna antifascista, per gli ebrei di continuare ad andare a scuola oa teatro.
Alla domanda in una recente intervista sul segreto del suo successo di lunga data, Valerie ha risposto: “Ho cercato di mantenere l’eleganza”.
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