Il vicecapo della polizia italiana ha esortato i partner europei, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, a migliorare le proprie difese contro l’acquisizione mafiosa delle società indebolite dall’epidemia, avvertendo della diffusione della criminalità organizzata in tutto il continente.
Le forze di sicurezza italiane hanno cercato di evidenziare le tattiche dei gruppi criminali durante la pandemia. Vittorio Rizi In un’intervista, ha citato un aumento del 10% del numero di aziende sanzionate dal divieto di mafia tra marzo 2020 e febbraio 2021.
“Dobbiamo intercettare i rischi potenziali, non possiamo nasconderli”, ha detto mercoledì Razi, 61 anni, a capo di un gruppo interforze che monitora la criminalità organizzata e l’economia, nel suo ufficio a Roma. “Se c’è una crisi economica, c’è il rischio di infiltrazioni mafiose”.
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Sebbene molte delle più famose famiglie di mafiosi d’Europa abbiano sede nell’Italia meridionale, i membri di alcune bande della criminalità organizzata, in particolare le bande della Ndrangheta con sede in Calabria, si sono espanse in tutto il continente, in parte in risposta alle recenti repressioni interne.
Su iniziativa di Rize e parallelamente all’agenzia di contrasto Europol dell’Unione europea, i leader di polizia di 11 paesi hanno formato un gruppo di lavoro lo scorso anno per concentrarsi sulla risposta alle minacce criminali basate sulla pandemia.
L’ultimo rapporto di Rizzi, che presenterà all’incontro del 26 maggio, si concentra sulle minacce che le aziende devono affrontare.
grande pericolo
“Abbiamo ampliato la gamma di indicatori per documentare i potenziali rischi di infiltrazione”, ha affermato Razi. Diciamo agli altri 10 paesi: “Fa lo stesso lavoro. Ci sono situazioni di grande rischio”.
Razi ha affermato che il numero crescente di società a cui è ora vietato lavorare con enti statali o fare offerte in appalti pubblici riflette una rete più ampia da parte delle forze dell’ordine. Le aziende assetate di liquidità sono sottoposte a crescenti pressioni da parte di individui legati alla criminalità organizzata, che si stanno muovendo per assumere posizioni di controllo o di equità.
Un tipico studio incentrato sui cambiamenti di proprietà in ristoranti e hotel in quattro parti d’Italia tra ottobre 2020 e marzo di quest’anno ha rilevato che un quarto delle 2.2591 persone coinvolte ha probabilmente legami mafiosi diretti o indiretti o precedenti penali relativi a reati finanziari.
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