A che punto è la nazionale italiana di rugby?

A che punto è la nazionale italiana di rugby?

Pochi mesi dopo la conclusione di un deludente Campionato del Mondo, la nazionale italiana di rugby maschile è riuscita a prendersi la scena portando a termine il suo miglior Sei Nazioni di sempre. Complici un clamoroso pareggio con la Francia e due vittorie contro Scozia e Galles. La rinascita è da attribuirsi ai giocatori, ma anche alla mentalità portata dal nuovo tecnico Gonzalo Quesada.

Il rugby è sofferenza, ma anche una maniacale cura del proprio corpo

Prima di capire come ha fatto l’Italia a risollevarsi dalle macerie di una Coppa del Mondo fallimentare, è bene comprendere anche quanta cura sono soliti riservare al proprio corpo gli atleti professionisti. Certo, l’alimentazione è fondamentale, ma lo sono anche la cura di sé e una corretta integrazione. È impossibile poter sostenere allenamenti così intensi senza assumere supplementi in grado di supportare muscoli, tendini e riserve energetiche. Per non parlare dell’importanza dei farmaci da banco, fondamentali per lenire dolori, contratture e tendiniti. Durante la bella stagione, poi, è utile reintegrare i sali minerali perduti durante le sessioni in palestra e gli allenamenti sul campo. Ma dove reperire tutte queste cose? Redcare propone una selezione vastissima di farmaci da banco, integratori e prodotti per la cura del corpo a prezzi convenienti. La parafarmacia online che ha già soddisfatto le esigenze di quasi 9 milioni di persone garantisce una lista costantemente aggiornata di articoli di ogni genere, realizzati dai marchi più noti e affidabili del settore. La piattaforma consente di effettuare le ricerche digitando il nome del prodotto o del brand, la sua categoria di appartenenza o gli eventuali sintomi da curare. A un’interfaccia chiara e intuitiva, Redcare aggiunge promozioni interessanti e un supporto clienti attento e disponibile.

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La crescita improvvisa di un gruppo che può dare ancora tanto

La partecipazione al Sei Nazioni, al quale l’Italia fu invitata per la prima volta nel 2000, sembrava un punto d’arrivo. In realtà, ci si rese conto ben presto dell’enorme divario esistente tra la nostra e le altre nazionali. L’enfasi iniziale lasciò spazio a tante batoste, a poche sconfitte onorevoli e a qualche rara vittoria. All’eccitazione fece seguito un certo disamoramento da parte del grande pubblico, che finì per trasformarsi in rassegnazione. Dopo tanti tornei giocati da sparring partner, quest’anno le cose sono finalmente cambiate. Gli azzurri hanno perso di misura contro l’Inghilterra nel match inaugurale, quindi, dopo l’ennesima batosta contro l’Irlanda, hanno pareggiato in casa della Francia e battuto Scozia e Galles. L’ultima vittoria in casa risaliva a 11 anni fa, ma le giovani speranze azzurre Ange Capuozzo, Sebastian Negri e Tommaso Menoncello hanno sovvertito i pronostici. Ora, l’obiettivo è crescere, dando continuità a quanto di buono mostrato nel corso dell’ultimo Sei Nazioni. I meriti di Quesada sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto se si pensa che con Crowley, alla guida dell’Italia per due Sei Nazioni e una Coppa del Mondo, l’Italia aveva vinto una sola partita. Gli obiettivi di Quesada e del suo staff riguardano il miglioramento della qualità del gioco offensivo e della tenuta psicologica dei ragazzi. Per non gettare alle ortiche il lavoro fatto fin qui, sarà necessario allargare progressivamente il bacino dei praticanti, all’interno del quale scovare nuovi talenti.

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