La diffusione delle stelle ci mostra qualcosa di nuovo sull’universo e sul telescopio spaziale Hubble

La diffusione delle stelle ci mostra qualcosa di nuovo sull’universo e sul telescopio spaziale Hubble

L’immagine del telescopio spaziale Hubble dell’ammasso stellare aperto NGC 330, situato a circa 180.000 anni luce di distanza all’interno della Piccola Nube di Magellano. Credito: ESA/Hubble e NASA, J. Kalirai, A. Milone

L’immagine della settimana del telescopio spaziale Hubble mostra questo ammasso stellare aperto NGC 330, situato a circa 180.000 anni luce di distanza all’interno della Piccola Nube di Magellano. L’ammasso – situato nella costellazione di Tucana (Il Tucano) – contiene un gran numero di stelle, molte sparse in questa splendida immagine.

Le immagini della settimana dal telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA ci mostrano qualcosa di nuovo sull’universo. Tuttavia, questa immagine contiene anche indizi sul funzionamento interno del telescopio Hubble stesso. I modelli intersecanti che circondano le stelle in questa immagine – noti come picchi di diffrazione – sono stati creati quando la luce delle stelle ha interagito con quattro sottili rotori che supportano lo specchio secondario di Hubble.

Quando gli ammassi stellari si formano da una singola nube primordiale di gas e polvere, tutte le stelle che contengono hanno più o meno la stessa età. Questo li rende utili laboratori naturali per gli astronomi per imparare come si formano ed evolvono le stelle. Questa immagine utilizza le osservazioni della telecamera Wide Field 3 di Hubble e incorpora i dati di due sonde astronomiche molto diverse. Il primo obiettivo è capire perché le stelle negli ammassi stellari evolvono in modo diverso dalle stelle altrove, una peculiarità osservata per la prima volta dal telescopio spaziale Hubble. Il secondo obiettivo è determinare quanto possono essere grandi le stelle prima che siano condannate a porre fine alla loro vita in catastrofiche esplosioni di supernova.

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