Udine. Cala per la terza settimana consecutiva la Rt del Friuli Venezia Giulia, ma questa volta la notizia potrebbe essere ancora più significativa perché, tra il 23 e il 29 novembre, il numero è sceso a meno di 1 con il risultato della maggiore possibilità di sostituire l’area oggi in zona gialla.
Nella bozza dell’orologio HIH che sarà finalmente approvata questa mattina dal Comitato Tecnico Scientifico, infatti, si legge che Rt del Friuli Venezia Giulia, per la settimana in esame, è pari a una media di 0,92 – in un delta variabile di 0,89 e 0,96 – Rispetto a 1,09 – e delta tra 1,04 e 1,13 – rispetto alla settimana precedente.
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Dopo aver analizzato i singoli parametri esaminati dal ministero, è emerso che il Friuli-Venezia Giulia è migliorato in termini di numero di casi sintomatici misurati mensilmente, dal 93,4% al 99,8%, oltre che nella percentuale di strisci positivi. Al primo controllo, il numero è sceso dal 34,3% al 27,7%. In futuro, anche i tamponi positivi in ambito regionale sono diminuiti al 28,4% rispetto al 35,9% precedente, e i tamponi ospedalieri sono aumentati dal 26,4% al 22,6%. C’è anche un miglioramento della media tra la storia di insorgenza dei sintomi e la storia della diagnosi, che è diminuita da 4 a 3 giorni, mentre la capacità di tracciare i casi confermati di Coronavirus rimane sostanzialmente stabile, intorno al 92%.
La nostra guida
Rispetto alla precedente segnalazione, si è registrato un aumento dell’11,6% dei casi (5mila 238 in totale) rispetto ai sette giorni precedenti con una diminuzione del 20,5% (pari a 4mila 934) nel periodo. 22-29 novembre. E se il numero totale di focolai attivi diminuisce (ora sono 856.000 contro 2.000 297 nel recente passato), le osservazioni più dolorose provengono dal tasso di occupazione in terapia intensiva, che è salito al 35% dal precedente 31% e dalle famiglie della regione. Medicaid che era del 50% contro il “vecchio” 44%.
Ci sono dati che possono pesare nella scelta del colore da assegnare al Friuli Venezia Giulia anche se c’è da sottolineare che da campionatura e in base ai numeri datati venerdì sera dall’Agenas, due regioni di giallo hanno numeri peggiori dei nostri. Si tratta, in questo caso, della Provincia di Trento dove attualmente è occupato il 67% delle famiglie in zona media e il 50% di quelle in zona condensata e Liguria, fresca di abbandono zona arancio, con il 51% nelle divisioni non urgenti e il 46% in Intensivi. A ieri, per il Friuli Venezia Giulia il dato era del 49% in medicina e del 33% in situazioni di emergenza, sostanzialmente in linea con l’osservazione della scorsa settimana.
In ogni caso, la scelta finale e la decisione spetta esclusivamente al Ministero della Salute. Ieri, in attesa del Dpcm di Giuseppe Conte, si è deciso di prorogare i “vecchi” decreti firmati da Giuseppe Speranza e continuare ad applicarli “fino alla data di adozione di un nuovo decreto e comunque non oltre il 6 dicembre”. Questo, insomma, per non lasciare tra pochi giorni un vuoto legislativo separerà la riunione del Comitato Tecnico Scientifico di questa mattina, la firma di Speranza e l’ingresso dei nuovi colori che potrebbero riportare in vigore il Friuli – domenica -. Vinnytsia Giulia nella zona gialla.
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“È ipotizzabile – sottolinea Fedriga – visto che i dati, in particolare il downgrade dell’Indice Rt, evidenziano i passi in avanti compiuti in Friuli Venezia Giulia nella lotta al Covid. Tuttavia, questi numeri, qualunque sia la decisione di Roma, non dovrebbero abbassare la soglia di interesse dei cittadini, poiché il sistema sanitario rimane sotto pressione. In questo contesto è fondamentale evitare contatti inutili, momenti di raccolta e ogni situazione che possa favorire la diffusione del virus. “Capisco perfettamente i sacrifici fatti dai cittadini, ma l’emergenza ci impone di fare ancora del nostro meglio per superare insieme questo momento difficile”.
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